"Potrebbe essere proficuo staccarsi dall’abitudine di star ad ascoltare soltanto quello che risulta subito chiaro."
M. Heidegger
Lo sviluppo d’impresa nell’odierna discontinuità dei sistemi organizzativi complessi costituisce il focus del mio impegno professionale. Alle nuove istanze di engangement e problem solving contribuisco attivando processi di pensiero divergente anche attraverso l’arte e la filosofia, fuori da schemi convenzionali e pigri, comportando profondità alla scienza del management. Questo soprattutto nelle fasi critiche di consapevolezza, apprendimento, decision making strategico.
Mi appassiona lo storytelling e il tetro d’impresa attraverso cui suscitare forti energie. Metto in scena l’anima dei progetti evolutivi che le organizzazioni di lavoro promuovono, tra razionalità, bellezza e cuore. Vi è sotteso l’interrogativo: “Per quale umanità e quale mondo costruiamo?”
Musica, letteratura e ars culinaria armonizzano la mia spregiudicatezza. Compongo in versi, amo mia figlia.
Y.N. Harari / 2018 / Bompiani
In un mondo alluvionato da informazioni irrilevanti, la lucidità è potere. La censura non opera bloccando il flusso di informazioni, ma inondando le persone di disinformazione e distrazioni. "21 lezioni per il XXI secolo" si fa largo in queste acque torbide e affronta alcune delle questioni più urgenti dell'agenda globale contemporanea. Perché la democrazia liberale è in crisi? Dio è tornato? Sta per scoppiare una nuova guerra mondiale? Che cosa significa l'ascesa di Donald Trump? Che cosa si può fare per contrastare l'epidemia di notizie false? Quali civiltà domineranno il pianeta: l'Occidente, la Cina, l'islam? L'Europa deve tenere le porte aperte ai migranti? Il nazionalismo può risolvere i problemi causati dalla disuguaglianza e dai cambiamenti climatici? In che modo potremo difenderci dal terrorismo? Che cosa dobbiamo insegnare ai nostri figli? Miliardi di noi possono a stento permettersi il lusso di approfondire queste domande, perché siamo pressati da ben altre urgenze: lavorare, prenderci cura dei figli o dare assistenza ai genitori anziani. Purtroppo la storia non fa sconti. Se il futuro dell'umanità viene deciso in vostra assenza, poiché siete troppo occupati a dar da mangiare e a vestire i vostri figli, voi e loro ne subirete comunque le conseguenze. Certo è parecchio ingiusto; ma chi ha mai detto che la storia è giusta? Un libro non può dare alla gente né cibo né vestiti, ma può fare e offrire un po' di chiarezza, contribuendo ad appianare le differenze nel gioco globale. Se questo libro servirà ad aggiungere al dibattito sul futuro della nostra specie anche solo un ristretto gruppo di persone, allora avrà raggiunto il suo scopo.
Acquista subitoG. Anders / 1956 / Bollati Boringhieri
In questo libro del 1956, Günther Anders muove dalla diagnosi della "vergogna prometeica", cioè dalla diagnosi della subalternità dell'uomo, novello Prometeo, al mondo delle macchine da lui stesso create, per affrontare il tremendo paradosso cui la bomba atomica ha posto di fronte l'umanità, costringendola fra angoscia e soggezione. La vergogna prometeica è legata anche a un senso di "dislivello", di non sincronicità, tra l'uomo e i suoi prodotti meccanici che, sempre più nuovi ed efficienti, lo oltrepassano, facendo sì che egli si senta "antiquato". Oltre che perfetta la macchina è ripetibile, standardizzata, riproducibile in esemplari sempre identici; quindi possiede una specie di eternità che all'individuo umano è negata. Di qui, una rivalità, una impari gara dell'uomo, una inversione dei mezzi con i fini, di cui Anders analizza con grande anticipazione tutta la portata. In particolare, là dove tratta delle tecniche di persuasione, soprattutto televisive e radiofoniche, che ci assediano con immagini-fantasma, irreali, di fronte alle quali l'individuo diventa passivo, maniaco, incapace di pensare e comportarsi liberamente.
Acquista subitoU. Morelli / 2016 / ETS
Nelle istituzioni pubbliche e nelle imprese si è ripreso recentemente a parlare di valutazione: più si avverte la crisi dei modelli tradizionali di gestione, più scarseggiano le risorse, più si riducono i margini economici e più la valutazione acquisisce centralità sulla scena. La valutazione è stata caricata di crescenti aspettative ed è spesso proclamata come soluzione di tutti i problemi legati al funzionamento delle organizzazioni. Da qui il rischio di essere trasformata in un mito sostenuto da un'ideologia non manifesta. Di volta in volta la valutazione è stata presentata come opportunità per migliorare la gestione, per sollecitare il cambiamento, per premiare il merito, per garantire equità. Tante di queste promesse però non sono state mantenute, o forse si è trattato solo di false promesse che non era possibile mantenere. In questo libro si propone un'idea di valutazione come processo relazionale, che non si esaurisce nella trasmissione di misurazioni certe dai valutatori ai valutati, ma si qualifica in termini di partecipazione alla costruzione di senso e significato mentre si lavora. Partendo dalla critica alle fallimentari retoriche del management, che sembrano non riconoscere il lavoro come esperienza fondamentale della vita delle persone e delle comunità, la valutazione può diventare occasione per orientare le decisioni, riflettere sull'esperienza organizzativa, progettare il futuro: un momento di riconoscimento reciproco, uno spazio di scoperta e di invenzione.
Acquista subitof.turchini@eupragma.com